Il percorso della vita di Santa Suor Faustina include le località e le città più importanti in cui soggiornò l’Apostola della Divina Misericordia. Sono visitate dai pellegrini per toccare i posti segnati dalla sua presenza e vivere l’incontro con la Santa, con la sua esperienza di Dio e con il suo esempio di vita.
Mappa
Sul percorso della vita di Santa Suor Faustina – menu:
1 Głogowiec – Świnice
2 Aleksandrów Łódzki
3 Łódź
4 Ostrówek gm. Klembów
5 Varsavia
6 Skolimów
7 Cracovia
8 Kiekrz
9 Płock – Biała
10 Częstochowa
11 Vilnius
12 Walendów – Derdy
13 Rabka
1. GŁOGOWIEC – ŚWINICE
Głogowiec
Ai confini della regione della Grande Polonia e della Masovia, nei dintorni di Łęczyca, parrocchia di Świnice Warckie, si trova il paese Głogowiec. Qui Marianna e Stanisław Kowalski acquistarono qualche iugero di terra dai signori Olejniczak e nell’anno 1900 vi costruirono, con la caratteristica pietra di Rożniatów, una modesta casa ad un piano e gli edifici agricoli adiacenti. Nella casa c’erano solo: una camera, l’anticamera e la cucina che d’inverno serviva come officina da falegname per il padre. In questa casa piccola, stretta, ma propria, vennero alla luce dieci bambini e tra loro il Profeta dei nostri tempi che portò al mondo il Messaggio della Misericordia.
La Famiglia Kowalski si manteneva con la piccola azienda agricola e con il lavoro di falegname del padre. Anche se in quella casa si viveva modestamente e per molte cose non vi erano soldi, essi non mancavano per le cose necessarie alla vita spirituale: in centro alla camera stava l’altarino con la passione e le statuine di maiolica del Cuore di Gesù e di Maria, quadri sacri erano appesi alle pareti nonché c’era una piccola biblioteca con libri religiosi. In questa casa il Signore Dio era al primo posto e questo si evinceva non solo dall’arredamento della casa, ma soprattutto dalla vita quotidiana della famiglia: dalla preghiera, dal lavoro e dalla testimonianza di vita dei genitori. In questa atmosfera crebbe Elena Kowalska, che portò da casa non solo la capacità di lavorare, ma anche e forse soprattutto, la fede, l’amore verso Dio e il prossimo.
Oggi la casa della famiglia di Santa Suor Faustina appartiene alla parrocchia. Vi è stato allestito un museo in cui sono stati raccolti gli oggetti che devono riportarci al clima dei tempi di allora, ai tempi della vita della famiglia Kowalski. Gli edifici agricoli e il terreno intorno alla casa sono stati adattati alle necessità dei pellegrini.
Świnice Warckie
Głogowiec dista circa due chilometri dalla chiesa parrocchiale di Świnice Warckie. È una vecchia parrocchia che ha oltre 700 anni. Il fondatore e costruttore di tutto il paese e della sua prima chiesa fu l’arcivescovo di Gniezno Jakub Świnka, uno dei più illustri rappresentanti del Medioevo. Durante la divisione in regioni della Polonia si fece conoscere come difensore della Nazione raccomandando il clero affinché le omelie e le preghiere fossero pronunciate in lingua polacca.
Le prime notizie di Świnice risalgono all’anno 1301. Il paese, ubicato vicino alle vie commerciali, si doveva, a quel tempo, sviluppare piuttosto dinamicamente, perché già nell’anno 1454 fu indicata come città che utilizzava lo stemma della famiglia di Jakub Świnka, conosciuto in molti paesi europei. Questo stemma ritrae la mano di una ragazza nella bocca di un cinghiale e la leggenda narra che questa ragazza che era una sarmata, a causa della sua fede cristiana, a Roma fu condannata a morire divorata dall’animale, ma ella invece gli squarciò le fauci e in questo modo ebbe salva la vita. Al di là di questa notizia, Świnice fu indicata sempre come un paese. Nel XIX secolo fu aggiunta al paese la seconda parte del nome: Warckie, per la vicinanza del fiume Warta e per l’appartenenza al distretto warckie. Il paese, fin dall’inizio del XVI secolo, appartenne agli arcivescovi di Gniezno, e successivamente a vari casati, fra cui i Byszewski, gli Umińsk, gli Świnicki e gli Zaręba.
La prima chiesa in legno dedicata a San Gottardo fu edificata, dalla fondazione dell’arcivescovo Jakub Świnka, già nell’anno 1300. Nell’anno 1592 venne sostituita con una nuova, sempre in legno, e nell’anno 1828 fu costruita la terza chiesa, che qualche giorno dopo la consacrazione, bruciò assieme alla casa del parroco, al campanile, alla casa per gli anziani e agli edifici agricoli. Da quel momento in poi, per 30 anni, Świnice fu annesso alla parrocchia vicina e al posto della chiesa bruciata, c’era solamente una piccola cappella.
La chiesa attuale, dedicata a San Casimiro il Principe, fu fondata dall’allora proprietario di Świnice, Kazimierz Karwowski, e dai parrocchiani e risale all’anno 1859. Nel presbiterio e all’interno della chiesa ci sono tre altari barocchi. Nell’altare principale attualmente c’è l’immagine di Gesù Misericordioso (dono dell’Associazione „Faustinum”), mentre prima c’era il quadro della Madonna di Częstochowa, che venne spostato presso l’altare laterale sinistro. Nell’altare laterale destro è stato messo il quadro di Santa Suor Faustina e il quadro del patrono della chiesa San Casimiro, che è stato spostato nella parte alta dell’altare. Su quest’altare si trova il reliquiario decorato di Santa Suor Faustina e la fonte battesimale alla quale ella fu battezzata.
In quella chiesa Elena Kowalska pregava, partecipava all’Eucarestia, alle Sante Messe con l’esposizione del Santissimo e si accostava alla confessione. Si è conservato il confessionale che è testimone silenzioso dei suoi incontri fanciulleschi con Dio durante questo sacramento della misericordia. Quando aveva 7 anni, in questo tempio, durante i vespri, ella provò in modo tangibile l’amore misericordioso di Dio, che anni dopo avrebbe letto come chiamata al Suo servizio. Quando come suora visitò la madre gravemente malata, entrò in questa chiesa. Quanto ho potuto pregare in quella chiesetta! – annotò nel ”Diario” – Mi sono tornate in mente tutte le grazie che avevo ricevuto in quel luogo e che allora non comprendevo e di cui così spesso avevo abusato e mi sono meravigliata io stessa di essere stata tanto cieca. Mentre riflettevo su queste cose e mi rammaricavo per la mia cecità, improvvisamente ho visto Gesù nello splendore di una bellezza indicibile, che mi ha detto amabilmente: “O Mia eletta, ti concederò ancora maggiori grazie, affinché tu sia testimone per tutta l’eternità della Mia Misericordia infinita” (D. 400).
Dopo la beatificazione e la canonizzazione di Suor Faustina è aumentato l’interesse per il suo paese natale. Il 25 settembre dell’anno 2002 il vescovo ordinario di Włocławek Bronisław Dembowski ha elevato la chiesa parrocchiale al grado di santuario diocesano del Battesimo e della nascita di Santa Suor Faustina. Nell’anno 2005 è iniziato l’ampliamento della chiesa, vicino alla quale la Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia ha costruito un convento contemplativo affinché si avverasse, al suo interno, il suo desiderio di annunciare il messaggio dell’Amore Misericordioso di Dio verso l’uomo attraverso la preghiera e il sacrificio.
s. M. Elżbieta Siepak ISMM
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”Il Messaggio della Misericordia”, nr 61 (2007), pag. 10-11
2. ALEKSANDRÓW ŁÓDZKI
I dintorni della cittadina si pregiano di una storia lunga e interessante, persino risalente alla preistoria, 6000 anni a.C., di cui parlano le scoperte degli archeologi. A noi interessa la fondazione della città stessa e la sua vita agli inizi del XX secolo, in quanto proprio in quel periodo vi soggiornò Elena Kowalska.
Fondatore della città fu Rafał Bratoszewski, un nobile polacco di stemma Sulima, che circa nell’anno 1798 acquistò beni terrieri nella Brużyca Wielka, vicino a Zgierz e nella parte non coltivabile, sabbiosa e poco boschiva, sulla collina vicino alla strada Zgierz – Lutomiersk. Intorno all’anno 1816 egli decise di fondare un nuovo insediamento di tipo cittadino, orientato alla produzione dei tessuti di lana. Un austriaco, Bernard von Schuttenbach, incaricato dal fondatore, elaborò il progetto architettonico di un insediamento tessile: disegnò un’ampia piazza di mercato con il municipio e con le chiese nonché una rete di strade perpendicolari con casette di legno a un piano per i tessitori. Nello stesso anno iniziò la costruzione di una chiesa cattolica che prese il nome di Sant’Arcangelo Raffaele in onore del Patrono fondatore dell’insediamento cittadino e della chiesa (Rafał Bratoszewski). La costruzione della chiesa terminò in due anni e dopo vi fu costruito il municipio e gradualmente anche gli altri edifici di uso pubblico (macello), come pure la chiesa protestante in quanto ad Aleksandrów giunsero molti coloni tedeschi di fede protestante e anche gli ebrei.
Il 22 marzo dell’anno 1822 il Consiglio d’Amministrazione del Regno della Polonia concesse all’insediamento i diritti cittadini e il nome Aleksandrów in onore dello zar allora regnante e nello stesso tempo in onore del re polacco Alessandro I, vincitore contro Napoleone. Il conferimento dei diritti cittadini e dello stemma (lettera „A” sul muro = città di Alessandro) aumentarono il rango dell’insediamento che si stava sviluppando molto dinamicamente (più velocemente di Łódź e Zgierz) come centro dell’industria tessile. Vi si producevano quantitativi importanti di tessuto necessario all’esercito, e alla popolazione locale e che in grande quantità veniva spedito all’estero. Agli inizi del secolo XIX ad Aleksandrów nei laboratori presso le case vi lavoravano già più di 200 tessitori, tintori, produttori di tela e di passamaneria.
Dopo la morte di Rafał Bratoszewski (1824), proprietari di Aleksandrów, grazie al matrimonio della loro unica figlia Giulia, divennero i membri della famiglia Kossowski stemma Dołęga, che però non si curarono del bene della città, non investirono nel suo sviluppo, piuttosto cercarono di trarne maggiori profitti. Anche gli eventi storici, la partecipazione degli abitanti di Aleksandrów alle insurrezioni di novembre e di gennaio, contribuirono alla graduale decadenza della città che portò come conseguenza la perdita dei diritti cittadini nell’anno 1869.
Quando Elena Kowalska giunse ad Aleksandrów, essa aveva oltre 8 200 abitanti, di cui il 34% polacchi, che erano cattolici, il 37% tedeschi, prevalentemente protestanti, il 29% ebrei che avevano in quella cittadina un importante centro religioso con la sede dei chassidi – zaddiqim. L’insediamento, dopo la perdita dei diritti cittadini, rimase come centro dell’industria della maglieria e della produzione di calze e non più come centro dell’industria tessile. Sin dagli inizi della fondazione della città venne usato il nome Aleksandrów Fabryczny oppure Łęczycki; solamente quando furono nuovamente conferiti i diritti cittadini, nell’anno 1924, Aleksandrów venne definito come Łódzki e così è rimasto fino a oggi.
Dai Signori Bryszewscy
Non lontano dalla piazza del mercato, in via Parzęczewska 30 (oggi via 1° Maggio 7), i signori Bryszewscy acquistarono una proprietà. Nella casa nuova, costruita da loro, al piano terra c’era il negozio del pane e nel retro si trovava il panificio nel quale erano impiegati alcuni dipendenti. Adiacente alla casa vi era anche un piccolo giardino, al posto del quale fu costruita una seconda parte della casa. Nell’anno 1915 nacque il loro unico figlio Zenon: avevano quindi bisogno di un aiuto nella conduzione della casa e di qualcuno che si occupasse del bambino. Elena Kowalska giunse nell’anno 1921 su raccomandazione della sorella della signora Bryszewskia, Janina Ługowska, che conosceva bene la famiglia Kowalski, in quanto abitava assieme al marito a Rogów che era vicino a Głogowiec.
La mamma serviva i clienti nel negozio – ricordava dopo anni Zenon Bryszewski – e Elena puliva, aiutava a cucinare, doveva lavare, portare via le immondizie, portava l’acqua perché non c’erano gli acquedotti. Serviva il mangiare anche ai dipendenti del panificio che erano a carico dei genitori. E se il tempo lo permetteva, allora mi faceva giocare. Doveva avere molto lavoro, perché nella casa vi erano quattro camere, il negozio e il panificio. Il piccolo Zenek aspettava con trepidazione il tempo libero di Elena, egli amava quando ella gli raccontava varie favole e le storie di vita, ad esempio, di un erede che appariva dopo la morte e le persone lo vedevano. Ella si sedeva sul piccolo canapè in cucina, sotto la finestra, dove dormiva e prendeva sulle ginocchia il figlio dei Bryszewski oppure lui si sedeva su una piccola seggiola e parlavano assieme, più precisamente: Elena raccontava e Zenek la ascoltava con gioia. La sera tutti si inginocchiavano per pregare e in ottobre recitavano obbligatoriamente il rosario.
Le domeniche e durante le festività si recavano alla chiesa di San Raffaele, che allora aveva una sola navata e non aveva la torre. In quella chiesa Elena Kowalska si accostò al Sacramento della Cresima poiché il vescovo visitò la parrocchia in quel momento e per l’occasione dispensò il sacramento della maturità cristiana.
Durante il soggiorno di Elena nella casa dei signori Bryszewscy, che durò circa un anno, accade un evento importante che influenzò in un modo significativo la sua maturazione alla vocazione monacale. Ebbene, un certo giorno, attraverso la finestra della cucina che dava sul cortile del panificio, ella vide una grande luce. Ragionando con lucidità ella pensò che si trattasse di un incendio e fece molto strepito, proprio quando i fornai stavano infornando il pane. I dipendenti accorsero, ma l’allarme risultò falso, non vi era nessun fuoco nel cortile. Elena visse intensamente questo evento e fu necessario chiamare il medico e successivamente segnalarlo ai genitori. I Kowalscy, preoccupati, mandarono la figlia maggiore Józefa, per saperne qualcosa di più. Quando le furono chieste delle spiegazioni in merito all’evento, Elena dichiarò brevemente di aver visto una luce, ma non volle aggiungere altro. Chiese solamente di riferire ai genitori che non era stupida e che in quella casa non sarebbe rimasta a lungo. Effettivamente poco dopo quell’evento lasciò Aleksandrów e ritornò a Głogowiec, per chiedere ai genitori il permesso di entrare in convento.
Qualche mese dopo la beatificazione di Suor Faustina, il 27 settembre dell’anno 1993, sulla casa dei signori Bryszewski venne posta una lapide commemorativa del soggiorno di Elena Kowalska in quella casa, offerta dal Parroco e dagli adoratori.
s. M. Elżbieta Siepak ISMM
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”Il Messaggio della Misericordia”, nr 62 (2007), pag. 10-11.
3. ŁÓDŹ
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4. OSTRÓWEK GM. KLEMBÓW
Elena Kowalska giunse a Ostrówek in luglio dell’anno 1924. Abitò nella casa dei signori Lipszyc e lavorò come collaboratrice domestica. Da lì partiva per cercare un convento a Varsavia e qui per un anno si guadagnò la propria modesta dote. La Signora Aldona Lipszycowa ricordava che Elena svolgeva i lavori che le erano affidati in modo esemplare, era trattata come un membro di famiglia, e perciò le risultò molto difficile salutarla dopo un anno di lavoro. In quella casa la sua persona veniva associata a un canto che ella spesso intonava: “Gesù nascosto lo devo lodare nel Sacramento”.
Andava alla Santa Messa e alle funzioni nella chiesa parrocchiale di Klembów. Nel giugno dell’anno 1925 fece, in privato, voto di castità. Descrisse questo evento nel “Diario”: Fu durante l’ottava del Corpus Domini. Dio inondò l’anima mia di una luce interiore tale da farmelo conoscere più profondamente come il sommo bene e la suprema bellezza. Compresi quanto Dio mi amasse: dall’eternità il suo amore è per me! Fu durante i vespri; con parole semplici che mi sgorgavano dal cuore, feci a Dio voto di castità perpetua. Da quel momento provai una maggiore intimità con Dio, mio Sposo; da quel momento costruii nel mio cuore una celletta dove m’incontravo sempre con Gesù (D. 16).
La chiesa che ricorda questo evento risale alla metà del XIX secolo e fu costruita nello stile classicista negli anni 1823-1829 dal gen. Franciszek Żymierski, erede dei beni di Klembów al posto di una chiesa bruciata nei tempi dell’insurrezione di Kościuszko. La prima chiesa lignea dedicata al San Clemente risaliva al secolo XIV, quando Klembów apparteneva ai principi di Masovia. A Klembów dall’anno 1862 era presente la stazione ferroviaria della linea Varsavia – S. Pietroburgo.
Il paesino Ostrówek è una località maggiore nel comune di Klembów, regione di Masovia, provincia Wołomiński. Dista 36 km da Varsavia nella zona della Pianura Wołomińska, della Conca di Varsavia e del Bassopiano di Masovia in mezzo ai boschi, dove si trova la riserva delle querce “Dębina”. Ostrówek faceva parte della parrocchia di San Clemente di Klembów. Attualmente fa parrocchia a sé e ha una propria chiesa della BVM Madre della Chiesa costruita negli anni 1982-1985.
5. VARSAVIA
In questa città si potrebbe anche disegnare un percorso dell’Apostola della Divina Misericordia, perché al suo soggiorno è legato non solo il convento della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia in via Żytnia e la vecchia cappella della Congregazione e oggi parrocchia della Divina Misericordia e di Santa Faustina, ma anche altri posti.
In generale il primo posto che i piedi della Santa toccarono a Varsavia fu la vecchia stazione ferroviaria: Varsavia Centrale, oggi Museo delle Ferrovie (via Towarowa 1). Si sono preservati, fra le altre cose, i vecchi orari dei treni nei quali si possono verificare gli arrivi dei treni da Łódź. Durante il giorno vi erano diversi treni, perché collegavano il grande centro industriale di Łódź con la capitale del Paese. Tutto sembra indicare che Elena Kowalska giunse a Varsavia nell’anno 1924 con un treno che, secondo l’orario dei treni, arrivò alla stazione Varsavia Centrale alle ore 1735. Ella sembra confermarlo quando scrisse nel ”Diario”: Quando scesi dal treno e vidi che ciascuno andava per la sua strada, fui presa dalla paura: che fare? Ove rivolgermi, dal momento che non conoscevo nessuno? E dissi alla Madre di Dio: „Maria, fammi strada, guidami Tu!”. Immediatamente udii dentro di me queste parole: di andare fuori città in un villaggio, dove avrei trovato un alloggio sicuro per la notte. Feci così, e trovai tutto come la Madre di Dio mi aveva detto (D. 11). Doveva essere già sera, se la Madonna la indirizzò in un paesino per un pernottamento sicuro.
Nella chiesa di San Giacomo
Il giorno dopo di buon mattino – ella annotò nel „Diario” – feci ritorno in città ed entrai nella prima chiesa che mi si parò dinanzi. Qui mi misi a pregare, per conoscere che cosa volesse ancora Iddio da me. Le SS. Messe si susseguivano una dietro l’altra. Durante una di queste, mi sentii dire: “Và da questo sacerdote e spiegagli ogni cosa: egli ti dirà quello che dovrai fare” Terminata la S. Messa, entrai nella sacrestia e gli raccontai tutto ciò che era accaduto nell’anima mia, pregandolo di indicarmi dove entrare, in quale convento (D. 12). Questo sacerdote era don Jakub Dąbrowski, che prima aveva lavorato a Klembów ed era in amicizia con la famiglia Lipszyc, che abitava a Ostrówek. Durante la conversazione con Elena Kowalska egli la consigliò di fermarsi proprio dai signori Lipszyc che avevano bisogno di una tata per i bambini e da lì iniziasse la ricerca di un convento. Le diede un foglietto per i suoi conoscenti e vi scrisse che non la conosceva ma che augurava loro che fosse utile.
La chiesa dedicata a San Giacomo a Ochota in via Grójecka 38 era, a quel tempo, in fase di costruzione, fase che iniziò nell’anno 1918 dopo l’istituzione della parrocchia da parte del vescovo Aleksander Kakowski. La chiesa, con la caratteristica torre a base quadrata su progetto di Oskar Sosnowski, fu terminata nell’anno 1939. Il tempio fu costruito in stile neoromanico ed ha tre navate. Alla fine delle navate laterali ci sono le cappelle dedicate alla Madonna e al Santissimo Sacramento. Durante l’insurrezione di Varsavia la chiesa fu fortemente danneggiata e dopo un bombardamento, morì il primo parroco don Jakub Dąbrowski. Dopo la guerra la chiesa fu ricostruita e consacrata dal cardinale Stefan Wyszyński (1960).
Nel convento in via Żytnia
Nel luglio dell’anno 1924 Elena Kowalska giunse al convento della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia in via Żytnia e dopo un colloquio con la superiora della casa, m. Michaela Moraczewska, fu ammessa preliminarmente al convento. Tuttavia, a causa della mancanza della dote, rimase ancora per un anno a Ostrówek a servizio presso i signori Lipszyc. Il 1° agosto dell’anno 1925 ella attraversò la soglia di clausura nella casa che era la culla della Congregazione. Qui m. Teresa Ewa dei principi Sułkowscy contessa Potocka fondò la prima Casa della Misericordia che, il 1° novembre dell’anno 1862 fu consacrata all’arcivescovo Zygmunt Szczęsny Feliński. In questo convento Suor Faustina trascorse una parte del postulandato, del giuniorato e la III probazione; qui si fermava quando cambiava luogo di soggiorno oppure quando veniva per parlare con la superiora generale.
Inizialmente nel convento vi era una cappella di legno che velocemente si rivelò essere troppo piccola per le suore e le educande e quindi ne fu costruita un’altra in muratura, che fu consacrata l’8 dicembre dell’anno 1873. Proprio in quella cappella entrò Elena Kowalska, per chiedere al Signore di questa casa, se l’avesse accettata. Mentre era ancora in vita Santa Faustina, prima della II guerra mondiale, la cappella fu ristrutturata in modo incisivo e il 6 agosto dell’anno 1938 la riconsacrò il vescovo Stanisław Gall. Nell’anno 1942 nella cappella fu attaccato il quadro di Gesù Misericordioso dipinto da Stanisław Batowski. Durante la guerra le suore prestavano aiuto alla popolazione civile, anche di nazionalità ebrea e avevano molte occasioni per farlo perché il convento era situato vicino al Ghetto. Dopo il fallimento della Rivolta di Varsavia a Wola le suore e le educande furono deportate nei campi e il convento e la cappella furono completamente bruciate dai tedeschi. Nel periodo dopo la guerra le autorità comuniste non permisero la ricostruzione della cappella e del convento principale della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. Il cardinale Stefan Wyszyński con un atto del 15 dicembre dell’anno 1980 ha istituito la parrocchia dedicata alla Divina Misericordia e ha designato come chiesa parrocchiale, l’ex cappella delle suore della Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia. Nell’anno 1998 al nome della parrocchia fu aggiunto anche il nome della beata e in seguito Santa Faustina. Nel presbiterio della Chiesa si trova il quadro di Gesù Misericordioso che fece il giro di tutte le parrocchie dell’arcidiocesi di Varsavia prima del Grande Giubileo dell’anno 2000.
Le suore hanno fatto ricostruire anche il loro convento, che tuttora svolge la funzione di casa generale della Congregazione nonché di casa di formazione per il postulandato.
A Grochów
Nell’anno 1929 Suor Faustina fu indirizzata nella seconda casa della Congregazione a Varsavia che stava sorgendo a Grochów in via Hetmańska 44. Là, allora periferia di Varsavia, la Congregazione acquistò un lotto di due ettari con l’intento di far riposare le sorelle e le ragazze della casa di Via Żytnia. Nell’anno 1927 fu costruita una casa abitabile provvisoria (baracchino), e dopo vi fu allestito un giardino e il giardino d’inverno. Le suore furono aiutate dalla popolazione locale e dal vicino Antoni Dobraczyński. Inizialmente nella casa di Grochów soggiornarono in maniera fissa solo alcune sorelle, mentre altre sorelle e le ragazze vi abitavano periodicamente. Nel giugno dell’anno 1929 venne trasferita a lavorare in quella casa Suor Faustina, che stava proprio terminando una supplenza nella cucina della casa della Congregazione a Vilnius. A Grochów non soggiornò però a lungo, in quanto già il 7 luglio fu mandata nella casa della Congregazione a Kiekrz per sostituire una suora ammalata. Anche se vi stette per così poco tempo, riuscì a conquistare i cuori delle educande che le promisero che l’avrebbero seguita nella casa seguente. Nel “Diario” Suor Faustina descrisse anche un piccolo episodio collegato alla partenza, in viaggio verso quella casa, dal convento in via Żytnia il giorno di Natale (D. 42).
Oggi a Grochów in via Hetmańska le suore gestiscono una grande Casa di Aiuto Sociale per donne anziane e sole. Nella piccola cappella del convento si trova il quadro di Gesù Misericordioso dipinto da Ludomir Ślędziński nell’anno 1954, che vinse il concorso organizzato da don Michele Sopoćko e fu ammesso al culto pubblico dalla Conferenza dell’Episcopato Polacco. Invece, nella piccola Cappella della Casa Di Aiuto Sociale, fu appeso il quadro della beatificazione di Santa Suor Faustina dipinto da Elena Tchórzewska.
Nella piccola cappella delle Suore della Famiglia di Maria in via Żelazna
Nelle vicinanze del convento della Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia in via Żytnia 3/9, si trova la proprietà della Congregazione delle Suore della Famiglia di Maria (ingresso da via Żelazna) con una cappella che ha l’entrata da Via Żytnia. In quella cappella pregò almeno una volta Santa Suor Faustina. Fu nell’anno 1932, quando giunse a Varsavia per la terza pronazione prima dei voti perpetui. Da un anno e mezzo Gesù le trasmetteva, nelle apparizioni, la grande missione della Misericordia: ordinò di dipingere il quadro e di istituire la Festa della Misericordia in tutta la Chiesa. Suor Faustina, che nel convento svolgeva fino allora i compiti di cuoca, si sentiva inidonea ad adempiere a questi propositi e quindi volle sottrarvisi. Quando ci fu l’adorazione dalle Suore della Famiglia di Maria – relaziona nel „Diario” il suo soggiorno nella cappella delle Suore della Famiglia di Maria – di sera con una delle nostre suore andai a quell’adorazione. Subito, appena entrai nella cappella, la presenza di Dio s’impadronì della mia anima. Pregai così, come in certi momenti, senza dire una parola. Ad un tratto vidi il Signore che mi disse: “Sappi che, se trascuri di dipingere quest’immagine e quest’opera della Misericordia, nel giorno del giudizio risponderai di un grande numero di anime”. Dopo queste parole del Signore, una certa apprensione entrò nella mi anima e anche il timore. Non riuscivo a tranquillizzarmi da sola. Quelle parole mi risuonavano nelle orecchie: Sì, nel giorno del giudizio universale dovrò rispondere non solo di me stessa, ma anche di altre anime”. Queste parole mi erano penetrate profondamente nel mio cuore. Quando tornai a casa (…), caddi con la faccia a terra davanti al SS. Mo Sacramento e dissi al Signore:” Farò tutto quello che è in mio potere, ma Ti prego Tu rimani sempre con me e dammi la forza di fare la Tua santa volontà, poiché Tu puoi tutto ed io da sola niente” (D. 154).
s. M. Elżbieta Siepak ISMM
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”Il Messaggio della Misericordia”, nr 65 (2001), pagg. 10-11.
6. SKOLIMÓW
In questa cittadina, sotto Varsavia, Suor Faustina soggiornò come postulanda nel primo periodo di appartenenza alla Congregazione. Lì la destinarono i suoi capi assieme a due consorelle per un breve periodo, alla fine del 1925, per salvaguardare la propria salute. In quella cittadina la Congregazione aveva in affitto una villa destinata al riposo delle sorelle e delle educande. Oggi è difficile individuare la casa in cui soggiornò Suor Faustina; la chiesa parrocchiale invece ricorda la sua presenza, in quanto lei partecipava all’Eucarestia quotidianamente. Dei tempi del soggiorno a Skolimów Suor Faustina, ancora come Elena Kowalska, ricordò la visione del purgatorio, una descrizione della quale ci ha lasciato nel suo “Diario” (D. 20).
Skolimów è un paesino di cavalieri del XV secolo; attualmente è un quartiere di Konstancin-Jeziorna nella regione di Masovia, provincia di Piaseczno. Il paese era prevalentemente un posto di villeggiatura nel quale, sui lotti del bosco lungo le strade di sabbia tra gli alberi, furono costruite delle bellissime ville. Agli inizi del XX secolo (1903) vi fu costruita anche una chiesa dedicata alla Madonna degli Angeli, grazie alle offerte dei proprietari delle ville circostanti: non solamente dei cattolici, ma anche dei protestanti oppure degli israeliti.
7. CRACOVIA
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8. KIEKRZ
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9. PŁOCK – BIAŁA
A Płock
Seguendo le orme di Santa Suor Faustina andiamo a Płock, città dove iniziò la sua grande missione profetica. Giunse nel convento della Congregazione della Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia in Stary Rynek 14/18 nel maggio oppure nel giugno dell’anno 1930. Qui in città le sorelle gestivano il famoso istituto “Angelo Custode”, nel quale educavano le ragazze “decadute moralmente”, come si diceva una volta. Gli inizi del servizio della misericordia in quel posto sono legati alla persona di m. Colomba Łabanowska e al beato vescovo Antonio Julian Nowowiejski, che quando era ancora sacerdote fondò un istituto per le ragazze povere e la congregazione senza tonaca “dell’Amore di Dio” per svolgere un lavoro educativo. Nell’anno 1899 questo Istituto si fuse con la Congregazione della Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia che aveva una forte esperienza nel lavoro apostolico di questo genere e da quel momento in poi l’istituto si sviluppò in maniera più fruttuosa. Inizialmente vi soggiornavano circa 50 penitenti e, una volta aperta la filiale della casa a Biała vicino a Płock – anche sino a 100 educande, le quali, in base alle proprie attitudini, lavoravano sotto la direzione delle suore: chi in lavanderia, chi nella sartoria, chi nel laboratorio di ricamo oppure nella fattoria a Biała. La vita delle suore e delle loro affidate si svolgeva intorno alla preghiera e al lavoro che era non solo una fonte di sostegno per l’istituto, ma anche un importante mezzo di educazione per preparare le ragazze a una vita dignitosa nella società. L’istituto godeva del sostegno della Chiesa, delle autorità comunali e degli abitanti di Płock. Grande protettore e amico della casa fu l’arcivescovo Julian Nowowiejski, fatto testimoniato tra l’altro in un suo libro intitolato “Storia dell’Istituto della Beata Vergine Maria Della Misericordia”. Nell’anno 1918 il convento e l’istituto “Angelo Custode” vicino al Vecchio Rynek fu visitato da Don Achille Ratti, successivo papa Pio XI.
In questo convento la madre generale Michaela trasferì Suor Faustina, destinandola a lavorare nel negozio del forno. Le circostanze furono tali – spiega Madre Michaela in merito ai frequenti trasferimenti – che bisognò spostare frequentemente Suor Faustina da una casa all’altra e così ella finì per lavorare in ogni casa della Congregazione. Quindi dopo un breve soggiorno a Varsavia in via Żytnia e a Grochów, ella fu di nuovo trasferita a Płock, e da là per un breve periodo a Biała, che era una colonia agricola della casa di Płock. Il suo compito principale a Płock, fino al momento della terza probazione, era lavorare alla vendita del pane, nel negozio del forno locale. In quel negozio ogni giorno acquistavano il pane molti abitanti di Płock, che Suor Faustina serviva in maniera particolarmente cortese. Alcuni, dopo moltissimi anni, ancora si ricordavano dei buoni panini e del pane servito dalle mani della buona suora. Quando c’era bisogno, Suor Faustina – come testimoniato dai loro ricordi – sostituiva anche le suore in cucina e nel forno.
Il convento della Misericordia è ubicato lungo la Vistola nella parte antica della città, che ha una storia molto ricca risalente al X-XI secolo. Già allora vi fu costruita una città in legno quale centro amministrativo dei primi Piast. Nell’anno 1075 fu fondata la diocesi di Płock, e nel 1144 fu costruita la cattedrale nella quale sono sepolti i re polacchi: Władysław Herman e Bolesław Krzywousty. Nell’atrio della cattedrale si trova la copia della famosa Porta di Płock di bronzo, eseguita a Magdeburgo nell’anno 1154. Della storia di questa città parlano le mura del castello principesco del XIV secolo e l’abbazia dei benedettini. Nella Piazza Principale – Rynek – e nelle vecchie strade ci sono molti palazzi storici, come il palazzo rappresentativo del comune che fu teatro dell’ultima seduta del Parlamento del Regno della Polonia ed è sede delle autorità comunali fino ad oggi. Di origine gotica è anche la chiesa dedicata a San Bartolomeo dell’anno 1356, che fu ristrutturata molteplici volte e dopo che la scarpata franò fino alla Vistola, fu accorciata e fu aggiunta l’entrata in stile barocco dalla parte della Piazza Principale. Si può desumere che a Płock, in quei posti, vi fu anche Santa Suor Faustina, perché le suore della casa di Stary Rynek partecipavano alle solennità che si celebravano nella cattedrale che era la loro chiesa parrocchiale. Dalle finestre della sua cella vedeva la famosa “Małachowianka”, ovvero la più antica delle scuole medie in Polonia fondata nell’anno 1180. Nei sotterranei dell’ala medievale dell’edificio si trova il museo scolastico con frammenti di architettura romanica e gotica, e nella torre gotica si trova l’osservatorio astronomico.
In questa città, nel convento a Stary Rynek ebbe luogo un evento storico per il culto della Divina Misericordia ovvero la prima apparizione di Gesù Misericordioso che diede inizio alla pubblica missione di Suor Faustina. Ella descrisse questo evento nel suo “Diario” nel modo seguente: La sera, stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù, vestito di luce bianca: una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido. Muta tenevo gli occhi fissi sul Signore; l’anima mia era presa da timore, ma anche da gioia grande. Dopo un istante, Gesù mi disse: “Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù confido in Te! Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che l’anima, che venererà quest’immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell’ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come Mia propria gloria” (D. 47-48). Questo evento è ricordato dalla statua di Gesù Misericordioso eretta al posto della vecchia ala, nella quale vi abitavano le sorelle. Da questa piazza si può scendere al Museo che è stato allestito dalle suore nei sotterranei. Esso mostra la storia della casa di Płock, la sua vita e il lavoro testimoniati dalle foto e dagli oggetti esposti e soprattutto il forno autentico nel quale veniva e dove qualche volta sicuramente lavorava Santa Suor Faustina.
Nel convento di Płock Suor Faustina udì anche l’ordine di Gesù riguardo all’istituzione della Festa della Misericordia la prima domenica di Pasqua. Dalla sua biografia e dal “Diario” sappiamo quanta fatica e quanta sofferenza dovette sopportare per adempiere a questo e alle altre raccomandazioni di Gesù. Qui però, in questo convento, ebbe inizio questo “sentiero luminoso” lungo il quale Gesù le trasmise gradualmente la sua missione profetica di ricordare al mondo la verità del Suo Amore Misericordioso verso ogni uomo.
Nell’anno 1950 le autorità comuniste deportarono le suore dal convento di Płock alla filiale di Biała, e il convento e l’istituto “Angelo Custode” furono nazionalizzati. Quarant’anni dopo l’Istituto, ormai in stato di rovina, ritornò alla Congregazione che con l’aiuto del Comune e di benefattori individuali fu ricostruito. Con l’ingresso delle suore e con l’apertura della cappella ricominciò in questo posto il culto alla Divina Misericordia. Nell’Anno Giubilare (2000) l’arcivescovo Stanisław Wielgus elevò la cappella a rango di Santuario Diocesano della Divina Misericordia. Essa divenne luogo di annuncio e di impetrazione della misericordia per il mondo, meta di molti pellegrinaggi dalla Polonia e dal mondo. Oggi, nel luogo delle apparizioni è prevista la costruzione di una chiesa per il Santuario nonché un adeguato centro per i pellegrini, per la formazione degli apostoli della Divina Misericordia e per l’opera della misericordia verso le persone bisognose di aiuto morale.
s. M. Elżbieta Siepak ISMM
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”Il Messaggio della Misericordia”, nr 66 (2008), pagg. 10-11.
A Biała
Suor Faustina fu indirizzata in quella casa per un certo periodo nel 1930, mentre soggiornava a Płock. E’ noto che si occupò, fra altre cose, dell’abbellimento della cappella sostituendo in questo compito s. Tecla. Un giorno – annotò nel “Diario” – raccolsi le rose più belle per abbellire la camera di una certa persona. Quando mi avvicinai al portico, vidi Gesù che era lì in piedi nel portico e mi domandò amabilmente: “Figlia Mia, a chi porti quei fiori?” Il mio silenzio fu la risposta al Signore, dato che in quel momento mi resi conto che avevo un attaccamento molto sottile per quella persona, di cui in precedenza non m’ero accorta. Gesù scomparve immediatamente. Io all’istante gettai quei fiori per terra ed andai davanti allo SS. Mo Sacramento col cuore pieno di riconoscenza per la grazia di aver conosciuto me stessa (D. 71).
Il paesino di Biała è ubicato a 10 km da Płock. Lì, nell’anno 1928, la Congregazione acquistò 45 ha di nudo terreno con gli edifici in rovina, con l’intento di creare una base economica per il convento e per l’Istituto “Angelo Custode” di Płock. Un anno dopo, l’edificio restaurato e la cappella furono benedette e costituirono una filiale del convento di Płock. Vi abitavano le suore che gestivano la fattoria, assieme alle educande, fornendo a Płock il grano, il latte, la carne e la verdura. Dopo la chiusura, per opera delle autorità comuniste, del convento di Płock e dell’Istituto “Angelo Custode”, il 22 giugno dell’anno 1950 le sorelle furono trasferite a Biała. In quell’anno fu nazionalizzata anche la terra a Biała appartenente alla Congregazione, lasciando solo una piccola parte della proprietà e gli edifici. La casa di Biała divenne quindi un convento autonomo (edificio nuovo) nel quale con il tempo fu istituita la Casa per le Madri Sole.
10. CZĘSTOCHOWA
Suor Faustina arrivò qua per la seconda volta a inizio novembre dell’anno 1935, quando con s. Antonina stava tornando da Vilnius dopo gli esercizi spirituali fatti a Cracovia. Di quel soggiorno non lasciò un’annotazione più lunga, ma solamente l’informazione che fu di sabato e che aveva pregato davanti al quadro miracoloso della Madonna a Jasna Góra.
Częstochowa fu fondata probabilmente nel XI secolo. Negli anni 1370-1393 costituiva uno dei feudi di Ladislao di Opole, che nel 1382 fondò il convento dei paolini. Vista l’ubicazione periferica del convento di Jasna Góra e le frequenti invasioni che lo perseguitavano, i re della dinastia dei Waza (che amavano particolarmente il convento di Częstochowa) decisero di rafforzarlo con moderne fortificazioni e con bastioni, facendolo diventare una delle più grandi fortezze della Repubblica Polacca. Jasna Góra divenne famosa durante l’invasione degli svedesi, detta il diluvio svedese, quando una piccola guarnigione del convento, ai comandi di p. Agostino Kordecki respinse l’attacco delle forze militari svedesi, molto più numerose. Il culto della Madonna di Jasna Góra aumentò in continuazione e perciò da secoli Częstochowa è ritenuta la capitale spirituale della Polonia.
Ai piedi di Jasna Góra, in via Santa Barbara 9/11, si trova il convento della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia nel quale, a partire dall’anno 1908, le suore gestivano “L’Istituto della protezione della Beata Vergine Maria” per le ragazze bisognose di rinnovamento spirituale e, con il tempo, anche un alberghetto per i pellegrini. Negli anni della II guerra mondiale le sorelle furono deportate e dopo la guerra ricostruirono la cappella distrutta e gli edifici rimasti. Negli anni del comunismo (1955) l’istituto per l’educazione delle ragazze fu trasformato in Casa di Cura ed Educazione per i ragazzi e le ragazze mentalmente ritardati. Sul terreno dell’Istituto fu organizzata per loro una scuola elementare utilizzata anche da altri bambini con ritardo mentale provenienti da Częstochowa.
11. VILNIUS
Seguendo le orme di Santa Suor Faustina giungiamo fino a Vilnius. Suor Faustina giunse la prima volta in questa bellissima città nel febbraio dell’anno 1929, con il compito di sostituire in cucina, per quattro mesi, una suora che partiva per la probazione, e successivamente, nel maggio dell’anno 1933, fu destinata a lavorare nel giardino. Questo terzo soggiorno durò quasi tre anni e fu molto importante per l’Apostola della Divina Misericordia, non solo in relazione alla sua vita spirituale, ma anche per la sua missione. Qui incontrò l’aiuto promesso da Dio nella persona del confessore Don Michele Sopoćko e qui ricevette dei compiti importanti da Gesù.
Le prime notizie storiche di Vilnius risalgono all’anno 1323, quando il fondatore del Grande Principato di Lituania, Gediminas, costruì un castello in legno e vi trasferì la capitale da Troki. Il periodo d’oro nella storia della città fu al tempo dei Sigismondi. Vi sorsero: la zecca, un arsenale, i mulini, il ponte su Wilejka, numerosi ospedali e palazzi. Vi lavorarono architetti e scultori italiani (Giovanni Cini, Gianmaria Padovano). Vilnius divenne la città di molte nazionalità (lituani, polacchi, russi, ebrei, tedeschi, italiani, armeni, tartari). Nel 1579 il re Stefano Bathory fondò l’Accademia gestita dai gesuiti, che in seguito diede origine all’Università di Vilnius.
Ad Antokol
Le suore si stabilirono a Vilnius grazie alla magnanimità della principessa Maria Michałowa Radziwiłłowa. Le circostanze della scelta del posto per la futura fondazione della Congregazione sono curiose. La Principessa Radziwiłłowa mandò a Vilnius la sua plenipotenziaria Anna Kulesza, che doveva scegliere l’edificio ed effettuarne l’acquisto. Nella cura per il diligente adempimento del proprio dovere, mentre era in dubbio tra due ubicazioni, ella iniziò la novena al Signore Gesù chiedendo a Lui un segno tangibile che indicasse la scelta più appropriata per quel luogo. Durante i primi giorni di preghiera fece un sogno insolito: vide sé stessa in preghiera davanti alla statua miracolosa del Signore Gesù nella Chiesa di San Pietro e Paolo. Ad un certo momento scorse il Signore Gesù uscire dalla chiesa; Egli la guidò per via Senatorska e, fermandosi, le indicò con il dito la proprietà del generale russo Bykowski. La signora Kulesza, rassicurata dal parroco che questo sogno poteva effettivamente essere il segno atteso richiesto al Signore, senza indugio, il 16 febbraio dell’anno 1908 acquistò questa proprietà per la Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. La proprietà si trovava ad Antokol che è uno dei quartieri più anticamente abitati della città di Vilnius. Antokol era noto per le bellissime residenze dei potenti e dei magnati, tra i quali si possono annoverare le dinastie dei Sapieha oppure degli Słuszka. Le suore si trasferirono nella casa acquistata in via Senatorska 25 (oggi Grybo 29) già a Maggio dell’anno 1908 e iniziarono ad adibirlo per le necessità dell’istituto per le penitenti. Già un anno dopo nella casa vi soggiornavano oltre venti educande. La modesta esistenza della casa era sostenuta dalla lavanderia, dal forno e dal laboratorio di ricamo. Crebbe velocemente anche il numero delle penitenti, in alcuni momenti ve ne furono fino a sessanta. Al contempo la casa faticava a mantenersi dal punto di vista materiale. Le condizioni peggiorarono con lo scoppio della I guerra mondiale, perché vi erano sempre meno ordini per i lavori a pagamento. Inoltre s’incendiò una delle residenze abitabili che le suore riuscirono a ricostruire solamente nell’anno 1928. Le condizioni nella casa di Vilnius migliorarono unicamente nel periodo tra le guerre. La fondazione possedeva alcuni modesti edifici tra i quali vi erano: la cappella, le abitazioni per le suore e circa 90 educande nonché i laboratori. La casa si manteneva con la preparazione del pane, il lavaggio della biancheria per l’ospedale militare e con la coltivazione di qualche ettaro della fattoria e del giardino. Però le difficoltà, forse aumentate, ritornarono durante la seconda guerra mondiale. Nel settembre dell’anno 1940 le autorità nazionalizzarono l’istituto, le suore furono tratte in prigione a Łukiszki, e successivamente trovarono lavoro negli ospedali oppure presso persone laiche anche al di fuori di Vilnius (Wołokumpia). Nel 1946 la casa della Congregazione fu liquidata e le ultime sorelle ritornarono in Polonia come rimpatriate.
Proprio negli anni più tranquilli tra le due guerre, nella casa della Congregazione di Vilnius giunse Santa Suor Faustina. Si rivelò molto importante il suo secondo soggiorno ad Antokol. Ella vi giunse dopo i voti perpetui, il 27 maggio dell’anno 1933, come giardiniera. Dopo i palazzi di Cracovia, come lei scrive nel “Diario”, gli edifici a Vilnius sembravano “piccoli casolari”. La più povera era la “dacia” lignea, nella quale si trovavano le camere da letto delle suore e dalla parte opposta, con un’entrata separata, vi era l’appartamento del cappellano. Il nuovo compito, che ella mai aveva svolto in precedenza, fu per Suor Faustina una sfida non da poco, ma ella si abbandonò all’aiuto di Dio e alle indicazioni delle persone benevole. Il suo pensiero maggiore fu quello di adempiere alla missione affidatale da Gesù. Ella aspettava il sacerdote promesso da Lui per essere aiutata nella realizzazione della missione affidatale. Questo sacerdote si rivelò essere Don Michele, che in quel periodo era il confessore settimanale delle suore di Antokol. Inizialmente don Sopoćko era stupito di quanto gli riferì Suor Faustina, dubitava; infine la sottopose a delle prove che le costarono parecchio. Chiese consiglio alla superiora m. Irene Krzyżanowska riguardo alla vita di Suor Faustina e chiese di esaminare la sua salute psichica e fisica. Solo dopo aver ricevuto un giudizio favorevole e dopo aver accertato lo stato della sua salute psichica tramite la dr Helena Maciejewska, più per curiosità che per convinzione, don Sopoćko s’impegnò nella faccenda della pittura del quadro di Gesù Misericordioso.
Dopo aver adempiuto a ciò, il Signore Gesù rivelò a Suor Faustina altri compiti. Nella solennità della Pentecoste, il 9 giugno dell’anno 1935, mentre si trovava in giardino ella udì: Unitamente alle tue compagne impetrerai la Misericordia per te e per il mondo intero. Inizialmente non era sicura di aver capito bene le parole del Signore Gesù. L’idea di fondare una nuova congregazione spaventò Suor Faustina e iniziò per lei un tempo di molteplici sofferenze e di passive tenebre spirituali. Allo stesso tempo su indicazione del confessore, dei superiori e dell’arcivescovo Romuald Jałbrzykowski doveva aspettare. Solamente alla fine della sua vita ella comprese che il Signore Gesù non si riferiva a una sola congregazione monacale, che annunciasse ed impetrasse la misericordia, ma di un movimento all’interno della Chiesa che riunisse le congregazioni attive e contemplative, i sacerdoti e la moltitudine delle persone laiche. Oggi sappiamo che la rivelazione di Vilnius fu l’inizio del Movimento Apostolico della Divina Misericordia, oggi presente in tutto il mondo.
Nella casa di Vilnius ebbe luogo anche un altro evento attraverso il quale il Signore Gesù ci donò la preghiera per placare l’ira di Dio. Venerdì 13 settembre dell’anno 1935 Suor Faustina ebbe, nella sua cella, la visione dell’Angelo che venne per punire la Terra. Ella iniziò a pregare ardentemente, ma stando al cospetto di Dio e davanti alla Sua maestà non ebbe il coraggio di ripetere l’implorazione per togliere la punizione. Allora udì internamente le parole con cui pregò e vide l’impotenza dell’Angelo. Il giorno seguente il Signore Gesù le insegnò come doveva recitare questa preghiera che chiamiamo la Coroncina alla Divina Misericordia, e da lì a poco trasmise a Suor Faustina le grandi promesse che Egli ha legato alla recita con fede di questa preghiera.
Soggiornando nella casa di Vilnius Suor Faustina, forse per qualche ricorrenza, visitò la bellissima chiesa parrocchiale barocca dedicata a San Pietro e San Paolo costruita negli anni 1668 – 1675 dalla fondazione del grande comandante in capo lituano Michele Casimiro Pac, come voto per la salvaguardia della propria vita durante la rivolta di Lubomirski. L’edificio è stato progettato da Jan Zaor da Cracovia. All’interno vi si trovano circa 2000 statue di artisti italiani di spicco come Pietro Perti e Giovanni Gali, come pure tele di Michelangelo Palloni. E’ une delle chiese più belle di Vilnius e che non si può tralasciare seguendo le orme di Santa Suor Faustina a Vilnius.
In via Rasų 6
Continuando a seguire le orme di Santa Suor Faustina, proseguiamo il viaggio a Vilnius. Da Antokol, dove era il convento della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia, ci trasferiamo nel centro della città, per visitare i posti legati al soggiorno dell’Apostola della Divina Misericordia e all’opera che Gesù le aveva affidato. Inizialmente dirigeremo i nostri passi in via Rasų 6, dove sotto gli occhi di Suor Faustina fu dipinta la prima immagine di Gesù Misericordioso. Si tratta di un edificio che era la sede del cappellano presso il convento delle suore visitandine e presso la Chiesa dedicata al Cuore di Gesù. Vi abitò nei primi anni trenta del XX secolo Don Michele Sopoćko, e al piano terra stava il pittore Eugenio Kazimirowski. Nel dopoguerra l’edificio fece parte di un complesso carcerario e oggi vi abitano le Suore di Gesù Misericordioso.
Don Michele Sopoćko incuriosito da come avrebbe dovuto essere l’immagine del Signore Gesù secondo la visione di Suor Faustina, chiese di dipingerla proprio a Eugenio Kazimirowski. Questo pittore era conosciuto nell’ambiente di Vilnius e si era formato a Cracovia negli atelier di Łuszczkiewicz, Axentowicz e Wyczółkowski nonché a Leopoli, Monaco di Baviera e a Parigi. La laurea definitiva di pittore l’acquistò nell’anno 1900 presso l’Accademia di San Luca a Roma. Egli si legò stabilmente a Vilnius dopo il 1914. Fu per lunghi anni insegnante al Seminario degli Insegnanti, decoratore teatrale nonché membro del consiglio d’amministrazione dell’Associazione degli Artisti Indipendenti delle Arti Plastiche di Vilnius. Dipingeva prevalentemente paesaggi e ritratti, ma attinse anche dai temi religiosi.
La pittura del ritratto dell’immagine di Gesù Misericordioso ebbe inizio nel gennaio dell’anno 1934 e si svolse con grande discrezione. Per non attirare l’attenzione delle suore – ricordava la superiora m. Irene Krzyżanowska – riguardo alle esperienze spirituali di Suor Faustina, ogni sabato nelle ore mattutine andavo con lei alla Santa Messa nella Porta dell’Aurora, e dopo la Messa andavamo dall’artista pittore al quale Suor Faustina trasmetteva precise indicazioni su come avrebbe dovuto dipingere l’immagine del Signore Gesù Misericordioso. Nel giugno del 1934 l’immagine di Gesù Misericordioso era pronta, ma Suor Faustina non ne era contenta. Lamentandosi con Gesù diceva: Chi può dipingerTi bello come sei? In risposta udì: Non nella bellezza dei colori né del pennello sta la grandezza di questa immagine, ma nella mia grazia (D. 313). Don Sopoćko inizialmente appese quest’immagine nel corridoio delle suore bernardine nella chiesa dedicata a San Michele. Ma nella Settimana Santa dell’anno 1935 Suor Faustina dichiarò con fermezza che il Signore Gesù ordinava che la Sua immagine fosse esposta nella Porta dell’Aurora per il triduo che terminava il Giubileo della Salvezza del mondo. Ben presto seppi – ricordava don Sopoćko – che il triduo era veramente in preparazione e il parroco della Porta dell’Aurora, il canonico Stanislao Zawadzki, mi chiese di dire l’omelia. Accettai a condizione che la finestra del colonnato fosse decorata da quel quadro. In quel posto l’immagine aveva un aspetto imponente attirando l’attenzione dei passanti più dell’immagine della Madonna. Suor Faustina provò grande gioia vedendo l’adempimento dei desideri di Gesù, perché l’immagine era stata venerata pubblicamente e proprio nel giorno che Egli aveva scelto come Festa della Misericordia. Don Sopoćko pronunciò l’omelia su questo più grande attributo di Dio e lei stessa vide come Gesù prese forma sull’immagine, e i Suoi raggi penetrarono i cuori delle persone giunte per festeggiare quella festività.
Nella Porta dell’Aurora (Ostra Brama)
Non privo di significato è anche il luogo della prima esposizione dell’immagine di Gesù Misericordioso: il Santuario della Vergine Maria Madre della Misericordia nella Porta dell’Aurora. La Porta dell’Aurora è stata costruita nel XVI secolo assieme alle mura cittadine come prima delle porte della città. Era attraversata dal sentiero a Medininkai, Oszmiany e Mińsk, e inizialmente era chiamata la Porta di Medininkai, e anche “dell’Aurora”. Dopo è stata chiamata “Ostra” a causa del quartiere della città chiamato proprio Ostra. Nella porta fu posta l’immagine della Madonna, che già nel secolo XVII era molto venerata. I carmelitani che servivano nella chiesa di Santa Teresa adiacente alla Porta dell’Aurora si presero cura dell’immagine. Nel 1671 fu costruita la cappella lignea, che bruciò dopo circa cinquant’anni. Al suo posto, nell’anno 1829, ne venne costruita una nuova in muratura in stile neoclassico. Il grande amore degli abitanti di Vilnius per la Vergine Maria Madre della Misericordia della Porta dell’Aurora è testimoniato anche dai numerosissimi ex voto. Già nel XVIII secolo la Madonna ricevette, probabilmente dalla confederazione degli orafi, un bellissimo vestito fatto di argento in bagno d’oro. Nel secolo XX, l’immagine fu incoronata per due volte con le corone papali e alla Vergine Maria della Porta dell’Aurora fu conferito il titolo di Madre della Misericordia.
Nel marzo dell’anno 1936 Suor Faustina partì definitivamente da Vilnius, ma don Sopoćko continuò la sua missione in quella città. In tutti i modi cercava di diffondere il culto alla Divina Misericordia e approfondire anche la conoscenza teologica riguardo a questo mistero. A Vilnius sono rimasti quindi anche altri posti legati non solo alla stessa Suor Faustina, ma alla missione affidatale dal Signore Gesù. Vale la pena di ricordare che qui, nella chiesa di San Michele Arcangelo, dal 1937 fino alla chiusura della chiesa, nel 1948, fu appesa l’immagine di Gesù Misericordioso. Al posto di questa chiesa e del convento delle suore bernardine si trovava una volta il palazzo medievale della famiglia Sapieha. Il grande comandante in capo della Lituania e voivoda di Vilnius, Leone Sapieha, regalò il palazzo alle bernardine e adattò l’edificio per le necessità di un convento. Negli anni 1594-1596 egli costruì una chiesa presso il convento dedicato a San Michele Arcangelo. Nel 1933 la chiesa e il convento furono ristrutturati, ma purtroppo nell’anno 1948 la chiesa venne chiusa e dall’anno 1956 in poi, vi è un museo di architettura.
Dopo la chiusura della chiesa di San Michele, il suo arredamento, e quindi anche l’immagine di Gesù Misericordioso, furono trasportati nella chiesa dello Spirito Santo. Inizialmente era una chiesa lignea costruita ai tempi del re Ladislao Jagellone. Dopo l’incendio dell’anno 1441 fu ricostruita da Casimiro Jagellone. Dagli inizi del XVI secolo la ebbero in cura i domenicani, portati a Vilnius da Alessanro Jagellone. Nella seconda metà del XVIII secolo la chiesa fu nuovamente ristrutturata assumendo l’attuale aspetto esterno. Dai tempi della chiusura del convento da parte delle autorità dello zar, nell’anno 1844, la chiesa svolge la funzione di chiesa parrocchiale. All’interno vi si trovano numerosi affreschi e quadri, tra cui la preziosa tela “Apoteosi dello Spirito Santo” del XIX secolo. In quella chiesa la prima immagine di Gesù Misericordioso fu tenuta prima come un deposito della chiesa di San Michele, e dall’anno 1985 per 20 anni fu esposta nell’altare secondario per la pubblica venerazione.
Il 28 settembre dell’anno 2005 su decisione del metropolita di Vilnius A. Bačkis l’immagine di Gesù Misericordioso fu trasferita nella chiesa della Santissima Trinità. La chiesa esisteva in quel luogo già dal XV secolo ed era probabilmente lignea. Non ci sono informazioni certe su quando la chiesa in muratura venne eretta. Nell’anno 1536 il re Sigismondo I fondò un ospedale presso la chiesa. Agli inizi del XIX secolo le autorità trasformarono la chiesa in chiesa ortodossa che, dopo la ristrutturazione, perse quasi totalmente il suo aspetto originario. Cent’anni dopo fu restituita ai cattolici che la restaurarono. Oggi la Chiesa della Santissima Trinità è un santuario della Divina Misericordia.
s. M. Natanaela Czajkowska ISMM
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”Il Messaggio della Misericordia”, nr 68 (2008) e 69 (2009), pagg. 10-11.
12. WALENDÓW – DERDY
A Walendów
Nel novembre dell’anno 1932 Suor Faustina partì da Płock per Varsavia per fare la “terza probazione” ovvero il tempo della diretta preparazione alla pronuncia dei voti perpetui. Prima dell’inizio di tale formazione, i suoi superiori la mandarono a Walendów, per fare gli esercizi spirituali svolti da p. Edmund Elter, gesuita. Questo illuminato sacerdote per primo la rassicurò che era sulla strada giusta, che le sue rivelazioni provenivano da Dio e che Egli stesso le stava affidando una grande missione. Dopo otto giorni di esercizi spirituali, Suor Faustina parti da Walendów. Ella giunse qui una seconda volta per qualche settimana alla fine di marzo del 1936.
L’azienda agricola di Walendów fu offerta alla Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia dal conte Gustaw Przeździecki nell’anno 1896. Quel terreno includeva parecchia terra, gli stagni, il mulino, gli edifici agricoli e l’abitazione. Dal momento in cui l’azienda fu rilevata vi soggiornarono sempre alcune sorelle che seguivano la fattoria. Le aiutavano anche dei servitori pagati dalla superiora della vicina Derdy. Nell’anno 1908 iniziò la costruzione dell’istituto per le ragazze e della casa convento dove le sorelle si trasferirono solamente nell’aprile dell’anno 1913, dopo l’abbandono di Derdy. Durante la I guerra mondiale la fattoria venne completamente distrutta, però l’istituto continuò a funzionare e nell’anno 1920 vi soggiornavano oltre sessanta educande. Per le necessità dell’istituto e della fattoria la Congregazione costruì un’ampia cappella, in realtà una chiesa, che fu consacrata il 12 settembre dell’anno 1934 dall’arcivescovo Stanisław Gall.
Da Marzo dell’anno 1936 a Walendów entrò in funzione una Colonia Agricola Penitenziaria. Era formata da donne, dai diciotto a trent’anni, pregiudicate, che il Ministero della Giustizia voleva proteggere dalla cattiva influenza delle recidive e dare loro una possibilità di tornare alla vita normale. Il piano giornaliero delle penitenziarie prevedeva: lavoro, studio e riposo. L’educazione consisteva nella lettura e nella scrittura, nell’igiene e nei lavori manuali. Le donne svolgevano lavori casalinghi e in primavera e in estate aiutavano nella fattoria, nel frutteto e nell’apicoltura. Godevano di parecchia libertà, potevano svilupparsi intellettualmente e fisicamente. Un ruolo importante nella loro educazione era svolto dallo studio e dalla religione e dalla partecipazione alle pratiche religiose. L’attività della colonia fu interrotta dallo scoppio della II guerra mondiale, ma già dall’anno 1940 vi furono donne mandate dalle autorità penitenziarie di Varsavia. A partire dall’anno 1944, gli occupanti mandavano a Walendów le ragazze minorenni giudicate, destinate al riformatorio. Durante la guerra le suore si impegnarono ad aiutare gli sfollati, protessero tramite l’istituto molte persone, anche di provenienza ebraica. Durante l’Insurrezione di Varsavia per due mesi visitarono il campo di Pruszków, per poter far uscire chiunque potevano. Fornivano anche il cibo e il vestiario. A causa del grande numero di profughi divenne impossibile svolgere il lavoro nell’istituto. Le suore non riuscirono più a far ritornare le ragazze nella casa della misericordia, perché nel marzo dell’anno 1950 la proprietà di Walendów fu rilevata dal Tesoro dello Stato e l’istituto fu trasformato in un Centro Speciale per Donne con Ritardo Mentale, di cui le suore si occuparono fino all’anno 2006. Attualmente a Walendów c’è una casa famiglia – orfanotrofio, in cui i bimbi e la gioventù sperimentano l’amore protettivo e si preparano ad una vita autonoma.
A Derdy
Torniamo, però al nostro viaggio sulle orme della Segretaria della Divina Misericordia. Dopo qualche settimana di soggiorno a Walendów (marzo-aprile 1936) Suor Faustina fu indirizzata alla vicina Derdy. Vi era stata precedentemente nell’anno 1932 dopo gli esercizi spirituali fatti a Walendów. Quando giunse a Derdy nell’anno 1936, le fu affidato il compito di preparare i pasti per alcune sorelle e oltre trenta educande. Ella considerò il soggiorno in quel convento come un riposo, perché non aveva molti compiti, aveva due ore al pomeriggio per stendersi e riposare (il metodo di allora per curare la tubercolosi), e alcuni esercizi spirituali li poteva fare nel bosco vicino, respirando l’aria pulita e fresca. Le suore che vi soggiornarono con lei, lasciarono delle bellissime testimonianze. La superiora di allora s. Serafina Kukulska raccontava anni dopo: [Suor Faustina] ebbe come aiutante in cucina una ragazza, neofita, dal carattere molto poco piacevole, con la quale nessuno voleva collaborare e proprio questa ragazza, lavorando con Suor Faustina, cambiò radicalmente al punto di non farsi riconoscere. Questa influenza silenziosa, ma proveniente da Dio, Lei la aveva sulle anime peccatrici.
Derdy è storicamente la terza casa della Congregazione in Polonia. Si trova ad alcuni chilometri da Varsavia, in un’area sabbiosa e circondata dai boschi. Suor Faustina la descrisse nella lettera a Don Michele Sopoćko il 10 maggio dell’anno 1936: La casetta di Derdy è da favola. E’ circondata da foreste, nelle vicinanze non ci sono altre costruzioni, regnano pace e silenzio. Tutto aiuta alla concentrazione dello spirito: gli uccelli del bosco interrompono questo silenzio e con il loro cinguettio adorano il loro Creatore. In tutto ciò che mi circonda vedo Dio! Il terreno di Derdy fu donato alla Congregazione dalla contessa Maria dei Tyzenhauz Przeździecka. Le suore vi giunsero nel dicembre dell’anno 1881 e chiamarono il nuovo centro Casa della Protezione di San Giuseppe. La superiora divenne m. Aniela Popławska. Derdy inizialmente doveva essere una casa di villeggiatura per le suore e le ragazze della casa di Varsavia. Divenne però molto presto autonoma e le suore vi gestivano una casa della misericordia indipendente nella quale inizialmente soggiornavano venti educande e nel 1906 ve ne erano già novanta. Nell’anno 1913 le suore dovettero lasciare Derdy e assieme alle ragazze trasferirsi a Walendów. Tornarono a Derdy nell’anno 1932 su invito della principessa Zofia Świętopełk-Czetwertyńskiej. Le suore si trovarono a fronteggiare il compito di ristrutturare gli edifici distrutti durante la guerra. Due anni dopo si poteva consacrare la cappella nella quale, ogni tanto, il cappellano di Walendów, oppure il parroco di Magdalenka, celebravano la Santa Messa. A quel tempo Derdy era una filiale della casa di Walendów. Le suore gestivano la casa della misericordia per le ragazze più giovani per le quali organizzarono l’insegnamento della scuola elementare. Fino al 1938 furono accolte ragazze indirizzate privatamente, successivamente anche quelle indirizzate dalla Protezione Sociale della città di Varsavia. Dopo la II guerra mondiale, che fu per la storia della casa un periodo difficile, Derdy non riuscì comunque ad evitare il destino di Walendów. Nell’anno 1950 l’azienda fu nazionalizzata e l’istituto fu trasformato in un centro speciale per ragazze con handicap mentali. Dopo la chiusura di questo istituto, nell’anno 1995 la Congregazione aprì la scuola dell’infanzia Jutrzenka (Aurora), e nell’anno 1999 la Casa per gli Esercizi Spirituali Misericordia.
s. M. Natanaela Czajkowska ISMM
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”Il Messaggio della Misericordia”, nr 70 (2009), pagg. 10-11.
13. RABKA
Suor Faustina giunse a Rabka il 29 luglio dell’anno 1937 e soggiornò in questa casa della Congregazione fino al 10 agosto dell’anno 1937; quindi solo qualche giorno. Il microclima di Rabka che aiutava così tante persone non giovò a Suor Faustina. Qui però la salute va così male che sono costretta a rimanere a letto – annotò nel ”Diario” (D. 1201). Al suo soggiorno in questa stazione di cura è legato un episodio curioso che ella descrisse così nel suo “Diario”. San Giuseppe mi ha chiesto di avere per Lui una devozione continua. Lui stesso mi ha detto di recitare ogni giorno tre preghiere assieme al “Memorare”. Mi ha guardato con molta cordialità e mi ha fatto conoscere quanto appoggia quest’opera e mi ha promesso il Suo aiuto particolarissimo e la sua protezione. Recito ogni giorno le preghiere richieste e avverto la Sua speciale protezione (D. 1203). Il soggiorno di Suor Faustina a Rabka è ricordato anche dalla lapide commemorativa posta all’entrata del convento. Si è preservata anche la stanza dove ella abitò.
Rabka è una famosa stazione di cura. Le saline di Rabka erano conosciute già nel XIII secolo e furono utilizzate probabilmente per le necessità del convento dei Cistercensi sulle terre dei quali era localizzata. In seguito alle analisi effettuate nell’anno 1858 fu accertato che le saline locali erano tra le più forti saline iodico-bromiche in Europa. Perciò già nell’anno 1864 fu aperto il primo Centro Piscine di Cura, e otto anni dopo fu aperto un Centro di Cura per Bambini. Lo specifico microclima e le acque curative causarono un veloce sviluppo di Rabka sopratutto come stazione di cura per le malattie del sistema respiratorio, circolatorio e della tubercolosi.
Per questi motivi giunse a Rabka anche Santa Suor Faustina. Ella abitò nella casa della Congregazione in via Słowackiego 12, che dall’anno 1931 serviva alle suore e alle educande come sede di riposo, ma in poco tempo divenne un luogo di protezione dei bambini. Inizialmente la casa “Loretto” di Rabka era una filiale del convento di Cracovia. Durante la II guerra mondiale, le suore furono deportate da “Loretto” dai tedeschi, ma vi ritornarono nell’anno 1945 e vi riorganizzarono un orfanotrofio per 20 bambine, che fu chiuso nell’anno 1962. Dall’anno 1946 “Loretto” è una casa indipendente della Congregazione nella quale attualmente le suore gestiscono la scuola dell’infanzia.
s. M. Elżbieta Siepak ISMM
Traduzione dal polacco Dominika Grzebyk